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Profondità di campo, diaframma e tempo di scatto
La profondità di campo è una delle difficoltà principali della fotografia macro. Sono necessari diaframmi relativamente chiusi per avere abbastanza profondità, ma se il diaframma è troppo chiuso la foto peggiora a causa del tempo di scatto lento, sfondo poco piacevole e diffrazione.
In genere, scatto le mie foto macro con diaframmi tra f/8 and f/16; utilizzo f/22 solo quando mi serve veramente il massimo della profondità di campo. E' meglio evitare diaframmi più chiusi di f/16, perchè portano a una grande perdita di nitidezza e contrasto, a causa della diffrazione. Più l'ingrandimento è spinto, più sono evidenti gli effetti della diffrazione: a 1:1 o 2:1 c'è già una forte diffrazione anche a f/16 (ma le foto sono ancora utilizzabili), mentre a 3:1 dovete utilizzare f/8 o max f/11 per avere una nitidezza decente. A 5:1, la nitidezza è ok a 5.6, e le foto sono appena accettabili a f/8. Ricordatevi che tutti gli obiettivi soffrono di diffrazione ai diaframmi chiusi, e non può essere evitata, dato che la diffrazione è un fenomeno fisico e non un difetto dell'obiettivo.
Come avrete capito, vi trovate a fronteggiare due necessità contrastanti: da una parte si vorrebbe utilizzare diaframmi aperti per evitare la diffrazione, e ottenere uno sfondo pulito e un tempo di scatto rapido, ma dall'altra è necessari utilizzare diaframmi chiusi per avere una buona profondità di campo. Ci sono varie "strategie" per ottenere i risultati desiderati. Quando possibili, cercate di fotografare il soggetto da un punto di ripresa basso, per inquadrarlo contro uno sfondo distante: uno sfondo ravvicinato tende ad essere fastidioso, mentre uno sfondo distanza in genere è più uniforme e non distrae l'attenzione dal soggetto. Inoltre, utilizzare una focale lunga aiuta ad avere uno sfondo sfocato anche a f/11 o f/16: la stessa foto ha uno sfondo più sfocato se è scattata con un 180mm invece che con un 50mm. La profondità di campo è la stessa per ogni obiettivo - a f/16, avete la stessa profondità tanto con un 50mm che con un 360mm - ma il 360mm ha un angolo di campo più ristretto, quindi inquadra una porzione di sfondo più ridotta, e il soggetto si staglia contro uno sfondo più uniforme.
Per ottimizzare la profondità di campo, metto la fotocamera il più possibile parallela al soggetto. Dopo aver scattato la foto, controllo la nitidezza e la messa a fuoco sullo schermo LCD della fotocamera, utilizzando la funzione di ingrandimento - anche se l'anteprima non è accuratissima, è sufficiente a capire se la foto è nitida e se non c'è del mosso dovuto al vento o da movimenti del soggetto.
In alcuni casi, mettere la reflex perfettamente parallela al soggetto non è possibile, o non è sufficiente per avere l'intero soggetto a fuoco, anche a f/16. Ci sono due possibilità. La soluzione più semplice è utilizzare la messa a fuoco selettiva: invece di chiudere il diaframma per cercare di avere l'intero soggetto a fuoco, si sceglie il punto più significativo (in genere gli occhi, nel caso di insetti) e si scatta con diaframmi relativamente aperti per sfocare tutto, tranne l'area selezionata.
Se, invece, siete determinati ad avere tutto a fuoco, potete utilizzare la tecnica delle foto combinati per estendere la profondità di campo, descritta in questo articolo: Estendere la profondità di campo.
Ovviamente, il diaframma non influenza solo la profondità di campo - determina anche il tempo di scatto. Quando possibile, io cerco di utilizzare ISO 50 o 100, perchè dà la migliore qualità d'immagine. A sensibilità così basse, in genere i tempo di scatto vanno da 1" a 1/20 con diaframmi come f/11 o f/16, dato che fotografo in poca luce, nelle prime ore del mattino. Per evitare il mosso, la reflex è montata sul treppiede, e utilizzo IL sollevamento specchio; i movimenti del soggetto non sono un problema, perchè al mattino presto gli insetti sono abbastanza fermi. Il vento, invece, è un problema serio: anche la minima brezza è sufficiente per togliere nitidezza alla foto. Per ottenere i risultati migliori, scatto la foto nelle brevi pause tra una folata di vento e l'altra, e scatto varie esposizioni della stessa scena per aumentare le probabilità di avere almeno una foto nitida.
Se il vento non permette di ottenere foto nitide al tempo di scatto che sto usando, aumento la sensibilità ISO di uno o due stop. Se, anche a 400 o 800 ISO, il tempo di scatto è ancora troppo lento, apro il diaframma per aumentare la quantità di luce che raggiunge il sensore. La profondità diventa più ridotta, ed è essenziale focheggiare selettivamente gli elementi più importanti del soggetto.
Il flash, quando viene utilizzato come luce principale, permette di congelare i movimenti, ma io preferisco utilizzare esclusivamente la luce naturale: in genere, dà un contrasto più "soft" e colori migliori del flash. Se sapete utilizzare il flash veramente bene potete ottenere buoni risultati, ma difficilmente si potrà eguagliare la bellezza della luce calda e delicata dell'alba.